lunedì 14 settembre 2015

Tessere la vita

RAGGOMITOLATA

Quell’orgoglio malandato, finito sotto i ferri,
è il filato giusto da lavorare per lei,
che intanto ascolta distratta 
frequenze di onde distanti,
seduta su una scomoda vecchia poltrona,
indossando abiti consumati e fuori moda.

La voce sicura alla radio elenca
cosa serve per ordire una trama
che catturi l’attenzione di chiunque,
ma è coperta dal rumore nella sua testa:
Non sei abbastanza.

Indossa il maglione frutto di un complesso
schema di dritto e rovescio poi, 
a tre passi dalla poltrona, alza il volume
senza riuscire a spegnere le voci:
Non sei abbastanza.

E, una volta fuori, continua a cercare
il bandolo della loro matassa, 
tra i fili di colori che non è
nemmeno in grado di nominare,
per dare ordine e trovare il suo posto
tra le stoffe meno sbiadite.

Si riconosce il suo lavoro,
fatto a mano, unico e non rifinito,
tra mille capi in serie, perché confezionato
nell’inesatta tecnica dell’emotività:
è la migliore immagine di sé 
che riesce a creare senza mentire.


martedì 27 gennaio 2015

Vedere attraverso

TRASPARENTE

Strie di cielo colorano la finestra
e il freddo di questo vetro
non si lava via.
Il mio respiro 
disegna una macchia
che non resta.
Guarda, è già scomparsa.

Se pensieri e parole
fossero una cosa sola
non potresti nascondermi
la verità.

Mi basterebbe scostare la tenda
per vedere il mondo
da quel vetro doppio
e godrei della vista
fino a sentire i paesaggi
battere nel cuore.

Mi affaccio su di te
e non ho dubbi,
anche a costo
di sbattere la testa
e sentire il freddo
premere sulla fronte.

Strie di cielo colorano la mia finestra,
ma non ho fiato per scaldare 
questo vetro e fuori
il buio nasconde te.
Pensieri e parole sono
solo nebbia e vento.
Cosa pensi? Cosa dici?


domenica 4 gennaio 2015

Riesci a sentirmi?

L'URLO

Ti sto chiamando,
riesci a sentirmi?

Il mio Urlo resta silenzioso 
nella sua cornice,
appeso a un muro e
intrappolato nella tela 
delle mie corde vocali.

Le mani sfiorano le guance
e le dita coprono
parte del mio volto
che sarà presto solcato
dai segni del pianto.

I piedi calpestano 
il ponte che
hai lasciato poco fa 
alle tue spalle e non
posso raggiungerti.

Il cielo sembra avvolgermi
come la rete di una trappola
e solo tu puoi liberarmi
dal peso della pena
che infliggo a me stesso.

Ti sto chiamando,
riesci a sentirmi?