RAGGOMITOLATA
Quell’orgoglio malandato, finito sotto i ferri,
è il filato giusto da lavorare per lei,
che intanto ascolta distratta
frequenze di onde distanti,
seduta su una scomoda vecchia poltrona,
indossando abiti consumati e fuori moda.
La voce sicura alla radio elenca
cosa serve per ordire una trama
che catturi l’attenzione di chiunque,
ma è coperta dal rumore nella sua testa:
Non sei abbastanza.
Indossa il maglione frutto di un complesso
schema di dritto e rovescio poi,
a tre passi dalla poltrona, alza il volume
senza riuscire a spegnere le voci:
Non sei abbastanza.
E, una volta fuori, continua a cercare
il bandolo della loro matassa,
tra i fili di colori che non è
nemmeno in grado di nominare,
per dare ordine e trovare il suo posto
tra le stoffe meno sbiadite.
Si riconosce il suo lavoro,
fatto a mano, unico e non rifinito,
tra mille capi in serie, perché confezionato
nell’inesatta tecnica dell’emotività:
è la migliore immagine di sé
che riesce a creare senza mentire.